Cos’è lo Yoga? Guida alle diverse Vie Yogiche [pt.1]
Ciao amici e yogi! Come va? Oggi sono molto felice di presentarvi la prima parte di questo articolo che è stato richiesto da moltissimi. Ecco a voi una Guida a cos’è lo Yoga. In questa prima parte, vi introdurrò il concetto di Vie Yogiche e Lignaggi.
Spesso mi viene chiesto:
“quanti stili di yoga ci sono?” – “Quali sono i “tradizionali?” – “Come faccio a scegliere una lezione di yoga?” – “Cosa sono i lignaggi?” – “Quali sono le vie yogiche?”
Dunque ho deciso di creare dei contenuti per chiarire alcuni di questi dubbi.
Nel processo di stesura di questo post sulle vie yogiche, mi sono resa conto che prima di spiegare i diversi stili di “yoga da studio”, sarebbe stato necessario fare un passo indietro e spiegare molte altre cose. Questo perché non voglio dare una risposta approssimativa e dunque ho seriamente deciso di mettere il mio cuore e le mie competenze a frutto per produrre questi due pezzi.
Mi ci sono voluti giorni per scriverlo! Siccome il risultato è stato un lungo articolo, ho dovuto anche dividerlo in 2 parti – questa è la prima – così che diventasse più facile da leggere.
Quindi funziona così, come leggere questo post sulle vie yogiche:
- Introduzione:
- cos’è lo yoga, le fonti principali, i concetti generali.
- La prima sezione:
- è un mix tra la storia dello yoga in generale e i suoi lignaggi principali seguendo le fonti dei testi tradizionali
- Conclusione
Una cosa importante, usate il vostro cervello. Io so di non sapere, so che posso sbagliare e vi parlo di quello che io personalmente ho capito alla luce dei miei studi. Se qualcosa non ha senso per voi, cercate ancora. Studiate meglio, studiate ancora. Io non posseggo la Verità!
Preparate una tazza di tè, sedetevi comodi… e godetevi un bel tuffo nel mondo delle vie yogiche!
Introduzione alle vie Yogiche
Tanto per cominciare: lo yoga viene dall’India ed è oggi riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale Unesco di questo paese. Questo indicatore è fondamentale, perché dovrebbe aiutarci immediatamente a comprendere il livello di importanza che questa tradizione ha per un intero paese e il suo popolo. Così tanto, da portare un’organizzazione internazionale come l’UNESCO a riconoscerlo e proteggerlo. Esso è profondamente connesso ai Veda (che significa “conoscenza”) ovvero testi indiani antichi di tipo letterario, religioso, scientifico e filosofico. Ci sono molti, molti stili e lignaggi di yoga. Più di quelli presentati in questo articolo. Alcuni sono più comuni in occidente rispetto ad altri, alcuni sono derivati da altri, alcuni sono più dinamici e alcuni sono più statici / meditativi, devozionali, ecc. Ma sono tutti collegati.
Lo Yoga è, secondo molte tradizioni, una pratica di unione e connessione. Ma stiamo attenti ad usare questa definizione nel modo corretto.
Cosa intendiamo per unione? Dipende dalla tradizione. Si passa da: unione con il Tutto, con noi stessi e conoscenza di noi stessi, il mondo, il Principio Universale, con il Divino, con la consapevolezza che tutto sia divino… e altro. Il modo in cui questo avviene e su che basi filosofiche è cioè che determina la differenza di lignaggio. Non mi metterò a spiegarle tutte, ma la grande differenza sta nelle basi della filosofia yoga che adottiamo: duale (separazione insuperabile fra Dio e creato, fra corpo e spirito…) oppure non-duale (tutto è divino, tutto è unico, siamo noi a non percepirlo). Per capire questo è necessaria una conoscenza base del Sanscrito e aver letto qualche definizione di Yoga in un testo antico concreto.
“Lo yoga significa unirsi, ci vogliamo tutti bene, ci prendiamo tutti per mano, corpo mente spirito”… blah. blah. blah. Parlare così, ma senza contesto, vuol dire essere naïve e New Age. Yoga può essere anche questo, ma non in tutte le tradizioni, e sicuramente non in quella che spesso viene più citata: Patanjali.
Insomma, yoga è molto più che ginnastica spirituale, e anche se è vero che il benessere e la lucidità mentale sono fra i vantaggi della pratica dello yoga, questo non è il suo obiettivo principale.
Lo studio dello yoga e delle vie yogiche è un percorso di autorealizzazione, un percorso spirituale per comprendere il nostro ruolo nell’Universo e connetterci con la nostra vera natura e/o il Divino.
È come tornare a casa alla consapevolezza che avevamo prima di essere influenzati dalla nostra società, dai vincoli sociali e dai confini culturali.
Come dice il maestro di yoga Prem Carlisi:
“c’è questa sensazione di non essere del tutto a casa qui sulla Terra. Lo yoga è il nostro biglietto per tornare a quel luogo di riposo, la nostra vera casa dentro di noi” (Carlisi 2014, pp. 131).
Per fare questo, ci sono molti approcci che sono stati documentati e adottati, ma 8 di questi sono i più comuni, che sono principalmente menzionati nelle Upanishad, nella Bhagavad Gita e negli Yoga Sutra di Patanjali (basato sulla filosofia Samkhya, con alcune differenze), nei Tantrika e in alcuni manuali come Hatha Yoga Pradipika.
Quest’ultimi sono probabilmente i più noti per lo studio dello yoga. In particolare, Patanjali è una figura quasi mitica che avrebbe scritto gli Yoga Sutra (196 aforismi e istruzioni, composti tra il IV e il V secolo). Egli descrive il percorso yoga diviso in 8 pratiche, spiegando come superare i dilemmi dell’esistenza umana attraverso lo yoga, per raggiungere la pace, la verità, l’autorealizzazione e la libertà. Tuttavia, non tutti i lignaggi contemplano 8 pratiche (ad esempio il Tantra).
Ricordate dunque:
in India, tradizionalmente, uno yogi non è qualcuno che pratica Asana (posture). Uno yogi è qualcuno che è completamente dedicato allo studio e alla pratica spirituale, a volte impegnato anche in pratiche esoteriche e nel cercare di svelare i “segreti nascosti del senso dell’esistenza”. Solo eventualmente, uno yogi pratica più o meno asana. Nello yoga, l’approccio è sempre olistico: c’è l’attenzione sul sistema di credenze, il corpo, lo spirito, l’energia, lo stato di grazia.
Perché ho fatto questa introduzione alle vie Yogiche?
Semplice. Vi aiuterà a sviluppare un occhio critico e un pensiero critico. Ogni volta che vi ritrovate a studiare in una scuola in cui manca questo approccio olistico, e solo un aspetto dello yoga è affrontato (per esempio solo l’aspetto fisico), allora, per il mio modo di vedere e alla luce di quanto spiegato sopra, non siete in una scuola di yoga, ma siete in uno studio di ginnastica, ispirato al metodo yoga asana (le posture).
Lo stesso vale per quando incontrate insegnanti a cui ‘la parte spirituale non interessa’. Se non gli interessa anche solo conoscerla e non la approfondiscono seriamente – il che è che è diverso dal praticarla interiormente, che invece rimane sempre una scelta – non vi insegneranno mai nulla di yoga. Vi stanno insegnando a muovere il corpo insieme al respiro. Punto.
Questo non è “il male” di per sé. Forse vi farà sentire bene. Grandioso. Accenderà qualcosa in voi, forse vi farà comunque crescere come persone. Ma siamo onesti su ciò che stiamo facendo nella vita e su ciò che è lo yoga. Prendiamo decisioni informate e cerchiamo di rispettare le pratiche culturali di altri paesi prima di appropriarsene senza nemmeno chiedere per favore.
Le Vie Yogiche
Rimanete rilassati, perché ora è il momento di un’immersione profonda. Vi darò una panoramica di questi 8 percorsi che si trovano nei testi antichi (da non confondere con gli 8 LIMBI descritti da Patanjali!) con aggiunta di uno, che ho risportato perché è collegato ai testi antichi, ma si basa anche su una filosofia diversa e non rientra in nessun’altra categoria. Ricordate che questi sono gli approcci, che non corrispondono necessariamente ai nomi che troverete nel vostro studio yoga:
- Hatha
- Tantra
- Jnana
- Karma
- Bhakti
- Kriya
- Kundalini
- Raja
- Yin (che è un po’ un mondo a sè)
Hatha Yoga è l’approccio che è prevalentemente presente in Occidente
È una delle vie yogiche in cui in cui gli asana (le posture) sono più numerosi e presenti: lo yoga in cui la pratica fisica è considerata molto importante per accedere ai livelli più sottili del corpo. Il termine sanscrito “hatha” deriva da “Ha”, sole e “Tha”, luna. Secondo i principi dello yoga Hatha, l’accesso al corpo è il primo passo per incanalare correttamente l’energia, preparandola per più pratiche meditative e esplorazioni spirituali yogiche. È un modo per riscoprire l’universo che è il nostro corpo: tutte le scuole di Hatha Yoga includono le posture.
Il più antico manuale di Hatha Yoga è l’Hatha Yoga Pradipika medioevale scritto da Swami Swatamarama (XV secolo):
Qui, l’Hatha yoga viene presentato come una pratica che è propedeutica alla meditazione e alle pratiche Raja (vedi sotto). L’Hatha Yoga è la radice di tutti gli stili di yoga posturali che sono comuni in Occidente (Ashtanga, Iyengar, Vinyasa ecc.) che danno molto spazio ad una pratica fisica giornaliera e profondamente influenzati dalle innovazioni moderne introdotte dagli insegnanti T. Krishnamacharya (in particolare l’introduzione del concetto di “Vinyasa”, vedi sezione 2, dove approfondisco gli stili derivati) e Sivananda Saraswati all’inizio del secolo scorso. Esistono molti tipi di pratica Hatha yoga, dal più lento al più veloce, anche se paradossalmente, il significato sanscrito della parola Hatha (la congiunzione di sole e luna) è letteralmente “vigoroso” o ” forte”.
Nonostante ciò, il significato è cambiato nella società occidentale. Quando leggete la parola “Hatha” in uno studio, di solito è una classe “non-flow”, in cui le posture relativamente accessibili vengono insegnate una dopo l”altra, senza transizioni “coreografate” e in un modo molto gentile: ci sono pause e molti esercizi guidati di respirazione (pranayama). Le lezioni di Hatha Yoga occidentale sono a mio parere le migliori per i principianti poiché tendono ad essere più lente rispetto ad altri stili di yoga. Se sei alle prime armi, hatha yoga è di solito una buona classe di ingresso alla pratica (leggi di più nella sezione 2).
Tantra Yoga
Il Tantra (che letteralmente significa “sistema”) molto probabilmente è sorto in India prima del V secolo, ed è probabilmente la radice dello Hatha Yoga. È anche una delle forme di yoga più incomprese: in Occidente, associamo il Tantra al sesso e alle pratiche sessuali esoteriche. Questo non è l’interesse primario del Tantra. Il Tantra stesso significa anche “espandere” e la pratica esplora come possiamo usare il nostro corpo sottile e la nostra energia per ritrovare la nostra perduta coscienza di essere un tutt’uno con il Divino e vivere secondo la nostra Vera Essenza. Infatti, il Tantra Yoga è Non-Duale: non vi è separazione e distinzione fra il Principio Universale e ogni essere dell’Universo. Nello Shakta Tantra in particolare, un’alta importanza è data al mondo femminile e alla relazione con la Divina Madre.
Il Tantra Yoga fornice rituali, suggerimenti comportamentali e strumenti di lavoro interno che se praticati giornalmente, promettono la realizzazione del Sè e la liberazione dal ciclo di reincarnazione.
Jnana Yoga
Jnana significa conoscenza. È la via dello yoga attraverso lo studio Vedanta. È una pratica che mette alla prova le nostre capacità intellettuali e cognitive, per affrontare questioni profonde di etica, epistemologia, ontologia e genesi. E’ l’interrogarci sul significato della vita e della nostra natura. È uno dei percorsi yogici più difficili perché implica una grande quantità di lavoro accademico, incluso lo studio del sanscrito. È affrontato con un insegnante che discute, spiega e chiarisce concetti e con cui si svolgono dibattiti. Si basa sull’idea che tutta la conoscenza è già dentro di noi, e noi dobbiamo “solo” riscoprirla. Questo approccio è uno di quelli discussi nella Bhagavad Gita oltre altri testi.
Karma Yoga
Il Karma Yoga si basa sulla premessa che esista una profonda connessione tra l’anima di ciascuna persona e l’Universo, e che “ciò che esce, ritorna”, ma attenzione che la logica del karma è diversa dalla razionalità della ‘causa effetto’ come la intendiamo noi. È lo Yoga dell’Azione (tema importantissimo della Bhagavad Gita), che significa: ciò che facciamo, e in particolare l’intenzione che abbiamo quando lo facciamo, determinerà e influenzerà ciò che accadrà dopo. Secondo il Karma Yoga, dovremmo quindi agire in modo disinteressato, offrendoci alla vita e a Dio. Karma è ogni minuto della nostra vita. Ogni azione dovrebbe essere basata sulla consapevolezza delle connessioni esistenti nell’universo. Secondo il Karma, ogni momento è un’opportunità per riconoscere il potere della scintilla divina in tutto ciò che ci circonda e per fare qualcosa per collegarci ad essa.
Bhakti Yoga
Il Bhakti Yoga si basa principalmente sulla pratica della Devozione (presente nella Bhagavad Gita e già nelle prime Upanishad), coltivando l’amore. È lo yoga dell’amorevole devozione. Si fonda sull’idea di consegnare l’Ego a Dio, aprendo il cuore per unirsi con il divino. La maggior parte della pratica riguarda la recita dei mantra, il canto kirtan e le canzoni sugli Dei (che è una forma di meditazione) usando i suoni per entrare nello stato di amorevole devozione.
Include anche la preghiera, la frequentazione del tempio, la meditazione su Dio, la pratica pensando a Dio. La logica è la stessa della pratica dell’Asana in Hatha yoga (che usa una pratica fisica per accedere a uno stato, sintonizzarsi nel nostro corpo sottile e iniziare a sentire il prana (energia) muoversi) ma invece di usare le posture, Bhakti usa suoni, nomi e meditazione per connetterci alla Saggezza Interiore che otteniamo attraverso la pratica.
Kriya Yoga
Kriya significa azione o movimento e si riferisce al movimento della coscienza. Il Kriya yoga mira a controllare l’energia, specialmente attraverso il lavoro sul respiro (Pranayama) per entrare sempre più nel profondo usando la concentrazione (Dharana) e infine la meditazione (Dhyana) per accedere a livelli ulteriori di coscienza e stabilire una profonda connessione interiore. È una pratica psicofisica, o un metodo, in cui il respiro, la mente e l’energia sono usati e stimolati per superare i blocchi che ci impediscono di vedere la Verità. La pratica del Kriya Yoga fu introdotta in Occidente grazie a Yogananda negli anni “20, autore di uno dei libri di yoga più famosi, Autobiografia di uno Yogi.
Kundalini Yoga
Kundalini è l’approccio yoga che si concentra principalmente sul lavoro con i Chakra e il corpo sottile.
Kundalini è l’energia che si troverebbe alla base della spina dorsale, attorno all’area del chakra Muladhara, ed è l’energia femminile (Shakti) che abbiamo dentro. Questa energia – di cui noi non siamo consapevoli e lasciamo ferma ‘come un serpende attorcigliato’ – è ciò che blocca il prana (l’energia) nel suo fluire su e giù per il corpo attraverso le nadi (canali energetici). La descrizione di Kundalini è uno dei temi più discussi tra studiosi e yogi. Non approfondirò tutte le possibilità, poiché anche nei testi antichi ci sono tante incongruenze e persino autori come TKV Desikachar ammettono che, a causa di traduzioni ambigue e sbagliate, è molto difficile spiegare cos’è Kundalini e come funzioni.
Alcune tradizioni dicono che abbia bisogno di essere “risvegliata” (come un serpente che dorme) in modo che possa ricongiungersi con l’energia Shiva, risiedente nel chakra della corona della testa. Nei testi tantrici, più che altro si dice che è l’essere umano che ‘dorme’ e non l’energia. La sua mancata cosapevolezza e mente inquieta infatti, gli impedisce di percepire l’energia. Altri considerano Kundalini come un ostacolo da superare per vedere il Purusha, la vera essenza delle cose. Alcuni usano il ‘risveglio di Kundalini’ come sinonimo di Samadhi, stato di grazia o beatitudine.
Lo yoga Kundalini lavora sul corpo, sulla mente e sullo spirito. In Occidente, Kundalini Yoga è stato creato il secolo scorso da Yogi Bhajan. Egli condensò diverse pratiche in un modo piuttosto sincretistico: pratiche che non erano mai state combinate prima, sono state unite per creare un metodo. Prima di Yogi Bhajan, si occupavano di Kundalini diverse tradizioni ma non in modo esclusivo, in particolare il Tantra.
Raja Yoga
Letteralmente significa “Yoga del Re” o “Yoga reale” ed è lo yoga della mente.
Abbraccia tutte le filosofie principali e lo scopo è quello di collegare la mente alla fonte del potere spirituale. L’idea è di raggiungere lo stato dell’Illuminazione in modo da poter vivere come Re o Regine, in uno stato di beatitudine. Raja può anche riferirsi al divino, e quindi, l”esistenza di Ishvara (Dio) è parte della pratica. L’intera pratica si basa sulla comprensione, lo studio e il controllo della mente, in modo che possiamo diventare i maestri della nostra mente e non le sue vittime.
Tutto ciò si traduce in una pratica di meditazione profonda
che è assolutamente necessaria per conoscere la mente ed è la più alta forma di controllo mentale. Si basa su un profondo lavoro interiore e sulla ricerca di un significato interiore, sulla ricerca di un’ispirazione nella vita piuttosto che di ambizione, sulla ricerca di uno scopo che proviene dall’Esistenza Autentica, dalla Vera Natura, piuttosto che dal mondo esterno, che può quindi manifestarsi attraverso di noi e non viceversa .
Questo approccio è stato portato in Occidente da Swami Vivekananda già alla fine del 19 ° secolo. Molti associano anche direttamente questa pratica con il metodo suggerito negli Yoga Sutras e dunque associano a Raja tutte le pratiche si basano principalmente sugli 8 limbi.
Yin Yoga
È uno stile abbastanza nuovo che è il risultato di una confluenza culturale tra le tradizioni indiane di Hatha Yoga, la tradizione taoista cinese e la medicina tradizionale cinese. Lo scopo è sviluppare una pratica meditativa, coltivare consapevolezza e connessione interiore. La pratica si basa sui concetti taoisti di Yin e Yang, i principi complementari e contrari della Natura e dell’Universo.
Yin è femminile, passivo, freddo, statico, radicato, interiore e discendente. Lo Yang è cambiamento, è mobile, caldo, maschile, attivo e ascendente. Pertanto, l’Hatha yoga tradizionale è una pratica Yang, e lo Yin yoga funziona in modo opposto, poiché è strutturato per funzionare come controparte di tutte le pratiche Hatha.
Tutti questi approcci di yoga non possono essere imparati e studiati in una sola vita. Tuttavia, sono tutti interconnessi. Non puoi praticare Hatha senza comprendere le premesse di Karma, Raja o Tantra, non puoi praticare Bhakti senza capire Jnana. Non puoi praticare Karma senza comprendere la devozione Bhakti … e così via.
N.B. Oltre a questi stili di studio, ce ne sono altri che sono decisamente popolari negli Stati Uniti
di cui non mi sento di scrivere nulla perché non li ho mai praticati con costanza o perché me ne dissocio profondamente (Anusara e Bikram Yoga soprattutto) sia dal punto di vista etico che metodologico. Non sto dicendo che nessuno degli stili menzionati sopra sia esente da controversie – quasi ahimè tutti lo sono – ma siccome li conosco meglio sono pronta a discuterne con piacere). Fate le vostre ricerche e capirete di cosa parlo.
Un altro aspetto che non ho toccato solo le tradizioni Buddhiste e Jainiste. Non mi addentro siccome non le conosco e dunque non possiedo le conoscenze adeguate per parlarvene!
Conclusione sulle vie yogiche
Spero che questo articolo sulle vie yogiche vi sia piaciuto! Ci ho davvero messo tanto impegno. So che ci sono molte informazioni condensate qui. Ha lo scopo di fornire ai miei amici, studenti, lettori e magari anche ad altri insegnanti e professionisti una panoramica per navigare nell’oceano che è lo Yoga. Spero che lasciate questa pagina con alcune risposte, ma anche con più domande.
Ricordate tre cose:
- lo yoga è ancora oggi circondato da un certo mistero. Molte cose non sono chiare, discusse e oscure. Se qualcosa non vi è chiaro, probabilmente non è così chiaro per molti altri. Continuare a cercare è l’unica soluzione.
- Come Prem Carlisi dice sempre: “Non credete a nulla di ciò che ho detto”. Andate là fuori, guardate di persona. Provate le cose. Esercitatevi di più. Leggete più libri. Poi se vi va, tornate da me e discutiamone ancora!
- Questa non è una guida definitiva allo yoga: questo è un “abbozzo”. Sto a mala pena graffiando la superficie. Però, se c’è una cosa che vorrei che ricordaste è che lo yoga non è bianco o nero. Non esiste un “unico modo migliore”, ma ci sarà(nno) l’approccio(i) più adatti a voi. È qualcosa che deve essere praticato, vissuto e studiato in modo olistico: è l’unione nel senso più completo.
Mi raccomando, siate sconosciuti gentili.
Con amore e gentilezza,
C.
Bibliografia – non esaustiva
- Carlisi, A. (2014[2007]). The Only Way Out is In. Hanalei, Dream Weavers International
- Clark, B. (2011). The Complete Guide to Yin Yoga.Vancouver, Wild Strawberry Productions
- Hatha Yoga Pradipika translated by Swami Muktibodhananda Saraswati
- Seth Powell’s Yogic Studies course 101 ‘History and Philosophy of Yoga’
- Desikachar, T.K.V. (1995). The Heart of Yoga. Vermont, Inner Traditions International
- Iyengar, B.K.S. (2015[1966]). Light on Yoga. London, Thorsons Classics
- MacGregor, K. (2017). The Yogi Assignment. Boulder, Shambhala
- Mitchell, S. (trad.) (2000). Bhagavad Gita. New York, Harmony
- Scott, J. (2018[2000]). Ashtanga Yoga. London, Gaia Classics
- Swami Satchidananda (trad.) (2012[1978]). The Yoga Sutras of Patanjali. Buckingham, Integral Yoga Publications
- Yogananda, P. (2009). Autobiography of a Yogi. The Floating Press
- J. Brown”s Yoga Talks (Podcasts) http://www.swamij.com/index.htm
- Omstars (it is an online yoga platform offering classes of yoga theory and practice, owned by Kino MacGregor and I pay a membership)
- [and many more I am losing track of…]